Quando fu presentato il modello successivo, il 1100, una nuova crisi del mercato si stava avvicinando, le locazioni erano nuovamente sature e alle ditte costruttrici già presenti si aggiunse anche Homer Capehart con la Packard Manufacturing Co., oltre ad altre marche. La Wurlitzer si trovò con uno stock invenduto di quattromila 1015 e la nuova produzione di 1100. La causa di tutto ciò fu soprattutto lo scarso intuito di Mike Hammergren che , succeduto a Capehart, non seppe prevedere l'andamento del mercato nè seppe fermare la produzione. Quando infine fu licenziato, un'indagine contabile verificò un ammando di 300.000 dollari e una frode fiscale di un milione di dollari ai danni del governo federale. |
Ma il colpo di grazia al grande colosso Wurlitzer venne dalla Seeburg che, nel 1948, presentò il juke box M100A, capostipite di una nuova generazione, il primo con 100 selezioni. La prosperità del dopoguerra aveva portato gli americani a pensare tutto in dimensioni più grandi, dalle automobile alle tv alle stesse città e così anche il juke box con tante selezioni ebbe un successo strepitoso. L'impostazione rivoluzionaria del nuovo Seeburg fece subito apparire obsoleti i juke box tradizionali e impose alle altre case costruttrici un enorme lavoro di ricerca per potersi mantenere al passo. Il problema da risolvere era duplice; se da una parte si doveva raggiungere lo stesso numero di selezione, dall'altra ci si chiedeva quale tipo di disco adottare, poichè la Columbia aveva introdotto sul mercato un nuovo disco a 33 1/3 giri, chiamato "Long Playing", e la RCA aveva presentato in contrapposizione un disco più piccolo a 45 giri. |
Quest'ultimo fu considerato il più valido in quanto prodotto in vinile, quindi infrangibile, e perchè inciso a microsolco, quindi con una maggiore fedeltà sonora. Soprattutto si capì che era più redditizio, poichè le canzoni erano di durata inferiore e permettevano al juke box di suonare più dischi dando così modo di ottenere maggiori introiti. La risposta della Wurlitzer al Seeburg M100A fu il modello 1250 per il quale veniva offerta la conversione a 33 1/3 e, in alternativa, a 45 giri. Il 1250 non risolveva tuttavia la questione riguardante il numero di selezioni: il vecchio meccanismo simplex fu mantenuto e ad esso fu aggiunto un secondo braccio, per la lettura del lato B dei dischi, portando così il numero delle selezioni a 48. Questa soluzione fu mantenuta per i due anni successivi e solo nel 1952 fu presentato il modello 1500 con ben 104 selezioni, divenuto famoso per il "WurliMagicBrain" che consentiva all'operatore di introdurre sia dischi a 78 che a 45 giri. Nel 1951 intanto, la Wurlitzer aveva acquistato la Packard Manufacturing Co. da Thomas Capehart, figlio del senatore, e così chiuse per sempre una delle compagnie che avevano fattola storia del juke box. Nel 1954 molti anni erano passati da quando Homer Capehart si era presentato alla Wurlitzer con il meccanismo Simplex, Capehart si era ritirato dagli affari e il Simplex fu finalmente accantonato. |
In questo medesimo anno, il juke box capostipite della nuova generazionje fu presentato con la sigla 1700 HF (High Fidelity) e con il nuovo slogan "Gee, Dad, It's a Wurlitzer!". Le caratteristiche principali della nuova meccanica erano il cestello orizzontale che conteneva 52 dischi e la lettura in verticale; oltre a queste soluzioni totalmente innovative, la Wurlitzer tornò ad essere la prima in fatto di design. Il primato fu maggiormente sottolineato nel 1956 con i festeggiamenti per il centenario della Wurlitzer e la presentazione dei due modelli 1900 e 2000 chiamati "Centennial". In seguito la Wurlitzer continuò a presentare un modello all'anno ma con un design sempre più sobrio, lineare e meno costoso. Con l'introduzione del meccanismo a 200 selezioni, nasceva il problema dello spazio occupato dai titoli; le "pagine" caratteristiche dei modelli 2000 e 2100 comportavano una certa manutenzione e quindi i designers optarono nuovamente per le cartelliere fisse. Si giunse così, con il modello 2300, a cambiare totalmente lo styling coprendo la maggior parte del meccanismo cambiadischi che era sempre stato a vista e considerato la peculiarità della Wurlitzer fin dalla creazione dei primi modelli. |
La fabbrica di North Tonawanda continuò a presentare un modello nuovo all'anno ma con diverse varianti meccaniche; ad esempio, il modello 2300 fu proposto con il meccanismo a 200 selezioni, a 100 selezioni con la sigla 2310, a 104 selezioni con la sigla 2304 e se la sigla era seguita dalla lettera "S" il juke box suonava in stereofonia. Con l'avvento degli anni '60 non ci furono importanti innovazioni nella meccanica e nel design, il juke box veniva prodotto con criteri sempre più commerciali e consumistici, adeguato cioè al mutare dei gusti e delle tendenze della società attuale e con materiali meno ricercati e pregiati. Il juke box, giunto fino alla fine degli anni '50 per merito della tecnologia e del design, ora tentava di sopravvivere adeguandosi ai tempi, diventando dapprima a 45 giri, poi a dischi EP (Extended Play), quindi hi-fi per giungere ai giorni nostri con i CD, sempre più incalzato dalla tecnologia che produce impianti sempre più avanzati e con dimensioni sempre più ridotte. Per noi il juke box muore con la fine degli anni '50 e questo vale anche per la Wurlitzer che, non più sorretta dalla popolarità e dal successo di quegli anni, continuò a produrre apparecchi sempre meno affascinanti e piacevoli. |